
Il centro congressi e il 2024 da record. In Porto Vecchio 87mila presenze
22 Dicembre 2024
Falò e tradizioni dell’Epifania in Friuli Venezia Giulia
6 Gennaio 2025Il periodo natalizio è il momento ideale per riscoprire le tradizioni, un modo – a sua volta – per conoscere la storia e la cultura del territorio, ma anche, se opportuno, di attualizzare quelle tradizioni, adattandole ai tempi e incorporandole nello stile di vita attuale. Di questo, però, proprio il periodo natalizio invita a lasciare da parte, almeno per un po’, i ritmi spesso troppo accelerati: ecco perché può essere particolarmente interessante riscoprire le ritualità del passato, che spesso derivano da usi e costumi di origine pagana incorporati nella tradizione cristiana.
In Friuli Venezia Giulia, di tradizioni legate al periodo natalizio ce ne sono per tutti i gusti, a partire l’usanza friulana del ceppo (in dialetto “zoc di Nàdal” o “Nadalin”), forse derivato dell’antico culto pagano del Dio-Sole. Si tratta di un ceppo, di faggio, quercia o gelso, che il giorno della Vigilia viene acceso dal membro più giovane della famiglia, raccolta attorno al “fogolâr”, il caminetto. La tradizione vuole che il Nadalin sia mantenuto acceso fino all’Epifania: se funziona, è un segno di buona sorte per l’anno nuovo.
A Trieste, invece, un’usanza locale – piuttosto recente, ma ormai formalizzata – è la messa subacquea, iniziata nel 1976 e che quest’anno si terrà il 26 dicembre alle 11, presso la Scala Reale in Piazza Unità d’Italia, per una tradizione unica in tutto il Paese. A questa si affiancano, naturalmente, le tradizioni proprie delle comunità religiose delle minoranze più consistenti presenti in città, come quella serbo-ortodossa e quella greco-ortodossa.