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25 Gennaio 2024Una delle caratteristiche per le quali Trieste è più famosa in Italia e fuori è certamente la Bora. Il vento che in inverno spira da nord-est spazzando la città e i suoi dintorni e regalandole colori incredibili, temperature in picchiata e talvolta qualche danno, nel corso dei secoli ha scatenato la fantasia nelle più disparate leggende.
Una di queste narra che Bora fosse una delle figlie del dio dei venti Eolo che, separata dal padre adirato dal suo amato Tergesteo, non smetteva di versare lacrime che si trasformavano in pietra; sfinito dai suoi lamenti, Eolo concesse alla figlia di rivivere ogni anno quei giorni d’amore fra le braccia di Tergesteo: le giornate in cui spira la Bora, appunto. Altre leggende narrano di Bora come di una strega costretta ad abitare nelle caverne e nelle grotte del Carso per nascondersi dagli uomini, uscendone solo d’inverno, o, ancora, come di una giovane ninfa che soffiava d’estate per rinfrescare il lavoro dei contadini, fino a che un uomo malvagio uccise l’innamorato di Bora, che si vendicò trasformandosi in un vento freddo e violento, nemico degli uomini.
Tutte queste leggende affascinanti parlano di storie d’amore dolorose, ma non mancano nemmeno i proverbi locali, secondo cui la Bora nasce a Segna, si sposa a Fiume e muore a Trieste; o, ancora, nasce in Dalmazia, si sposa a Trieste e muore a Venezia.