Il glossario degli eventi: target
2 Dicembre 2024Organizzare un evento in inverno: cosa ricordare
9 Dicembre 2024Stamattina le bambine e i bambini di Trieste si sono svegliati impazienti di scoprire se i loro desideri – espressi in una letterina, come vuole la tradizione – sono stati esauditi e hanno trovato sul tavolo la buccia dei mandarini preparati la sera prima per San Nicolò. Ogni famiglia, su questo, ha le sue speciali usanze: chi lascia una carota per l’asino, chi un dolcetto.
Nel capoluogo giuliano la festa del vescovo di Bari è molto sentita, tramandata da tradizioni familiari e cittadine, veicolata nel corso dei secoli probabilmente attraverso la comunità greca; la chiesa greco-ortodossa di Trieste situata in Piazza Nicolò Tommaseo, non a caso, è intitolata proprio a San Nicolò. Un’altra curiosità riguarda il nome: a seconda dell’area geografica, nel corso del tempo si è stabilizzato il nome San Nicola o quello di San Nicolò, in area germanica St. Niklaus: e da lì a Santa Claus – nome anglosassone per Babbo Natale – il passaggio è stato breve.
La tradizione triestina è condivisa da diverse regioni della Mitteleuropa e alcune aree di cultura slava; spesso, inoltre, è complementare alla figura del Krampus, il demoniaco servitore del santo: lungo l’arco alpino orientale soprattutto la sera del 5 dicembre è segnata da parate di krampus indemoniati che spaventano i bambini.
A Trieste e dintorni, la tradizione è più tranquilla: un giro alla fiera in Viale XX Settembre non può mancare, tra un vin brulé, una frittella calda e un San Nicolò di cioccolato da sgranocchiare.