Con la posa dei totem, si completa il nuovo look del Generali Convention Center Trieste
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L’inclusività degli allestimenti per eventi accessibili a tutti
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Tra le delegazioni che Papa Francesco incontrerà al Generali Convention Center Trieste il 7 luglio – ultimo giorno della Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che prende il via il 3 luglio, ci sono anche i rappresentanti delle comunità religiose di Trieste, città storicamente multiculturale e multireligiosa, come testimoniato dai molti luoghi di culto che affiancano le chiese cattoliche italiane. Ecco i principali:
– Chiesa serbo-ortodossa di San Spiridione: le sue cupole segnano in modo inconfondibile il profilo del Canal Grande e del Ponterosso, ma si segnalano anche gli interni riccamente decorati in oro, in stile bizantino.
– Chiesa greco-ortodossa di San Nicolò: a poca distanza, si trova la chiesa costruita a fine XVIII secolo con i finanziamenti dei ricchi mercanti greci di Trieste.
– Sinagoga: tra le più grandi in Europa, testimonia la numerosa comunità ebraica locale; inaugurata nel 1912, sostituisce le 4 piccole sinagoghe preesistenti nel ghetto.
– Basilica del Cristo Salvatore, o di San Silvestro: il luogo di culto della Comunità Evangelica Riformata Elvetica, alle pendici del colle di San Giusto, è tra gli edifici religiosi più antichi ancora esistenti a Trieste, come suggerisce il suo stile romanico.
– Chiesa Evangelica-Luterana: situata nel Borgo Teresiano, in stile neogotico, è il riferimento della comunità luterana, di origine tedesca, presente in città fin dal 1719, anno dell’istituzione del porto franco.
– Chiesa Metodista: sorta a fine XIX secolo nella preesistente cappella dell’ex cimitero luterano di via del Monte, oggi vi si accede dalla scenografica Scala dei Giganti.
– Chiesa Anglicana: luogo di culto della piccola comunità di commercianti e operatori marittimi inglesi e americani, nel 1985 è stata acquistata e restaurata dal Comune di Trieste; oggi ospita, tra le altre cose, le funzioni della comunità ortodossa romena.
– Chiesa armena: espressione della comunità armena in città, quasi scomparsa, è situata sul colle di San Vito e oggi, come i contigui edifici della scuola e del convitto, è inagibile.