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18 Aprile 2025Pasqua è ormai alle porte: nelle tradizioni locali, la festività cristiana recupera e reinterpreta diversi usi e costumi pagani di antica origine, di solito legati a elementi che simboleggiano la rinascita della natura, il ciclo della vita, la primavera.
Non a caso, le uova sono, per il loro significato simbolico, un elemento ricorrente per questa festività, che compaiono in alcune tradizioni peculiari del Friuli Venezia Giulia, come l’antico rito del “Truc”, praticato almeno dal XVIII secolo, che consiste nel preparare un catino di sabbia digradante di struttura ovale, in cui far scendere, secondo un regolamento, le uova colorate, per farle toccare tra loro.
Ma le uova sono protagoniste, ovviamente, anche a tavola; in Friuli Venezia Giulia si declinano nei piatti tipici del periodo, come pinza triestina e fugassa (o “fuatha”) con un uovo sodo al centro, ma anche il “fritàt di erbe“, una frittata con erbe dei prati, anche queste segno di rinascita.
I gustosi cjarsons, invece, oggi conosciuti come piatto tipico della regione montana della Carnia – si tratta di una pasta ripiena che combina il dolce, il salato e le spezie, come la cannella – non solo hanno origini molto antiche, essendo attestati già dal 1377 in uno scritto del camerlengo di Gemona – erano diffusi in ampia parte del territorio regionale del Friuli e, come ancora oggi avviene, non seguivano una ricetta consolidata, ma ogni villaggio e ogni famiglia aveva la sua; all’epoca questo piatto – che si caratterizza per un ripieno molto gustoso, grazie a ingredienti come pangrattato, erbe, spinaci, biscotti e spezie, e al condimento di burro, salvia, ricotta affumicata e talvolta cannella e zucchero – era strettamente connesso proprio alla Pasqua, tanto che si parlava di Pasca di cjalçons (“Pasqua dei cjarsons”).